Il romanzo inizia proprio bene, una tempesta di neve, un comprensorio di case dove tutti si conoscono e si controllano, ma soprattutto una seduta spiritica che preannuncia un omicidio.
A risolvere il mistero intricato di un delitto semplice, un colpo in testa con un sacchetto di sabbia al ricco e taccagno Capitano Trevelyan, è la brillante modella Emily Trefusis, fidanzata del giovane sprovveduto incastrato per il delitto.
La protagonista femminile è come tutte le protagoniste di Agatha, provvista di inaspettata sagacia e scontata bellezza, che naturalmente si “appoggia” all’ausilio maschile, fondamentale per un’indagine, coinvolgendo e ammaliando il giornalista Charles Enderby.
Muovendosi tra una selva di personaggi che vanno dal migliore amico del defunto, il Maggiore Burnaby, alle sospette affittuarie Signora Willet e figlia, ai tanti vicini di casa, la giovane che viene da Londra scopre un contesto campestre che tanto si addice alla nostra scrittrice, fatto di pettegolezzi e sospetti che sciolgono la neve e scaldano gli animi.
Nel complesso il romanzo mi è piaciuto, anche se si dimostra più semplice di quando magari non faceva presagire l’inizio promettente, comunque restituisce una luce invernale riscaldata dal giovane entusiasmo dei protagonisti, che si muovono su una tensione romantica poco convincente che è forse l’unica nota che guasta un po’ la storia.
Un bel libro da leggere davanti al camino, con il plaid e la tazza di cioccolata calda, ma che sia con la panna, mi raccomando.
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