Come sapete, io sono molto superstiziosa. Non solo penso che sia vero, ma soprattutto ci credo. Per questo non parlo mai di argomenti che mi sembra possano “Portare male”, come brutti sogni, persone antipatiche e soprattutto dell’evento funesto con la “M” maiuscola, che qui chiamerò con varie parafrasi proprio a causa delle mie superstizioni.
Sono quindi qui a parlare de “La fine dei giochi” per affrontare un argomento molto spinoso e discusso: cosa succede dopo. Il problema è che è un tema anche molto serio, quindi non me la sento di montare su un testo spiritoso che mi si potrebbe ritorcere contro una volta “Fatto il salto”. Metti che c’è qualcuno dall’altra parte che si risente e me la fa pagare per l’eternità?
Ma potrebbe anche non esserci nessuno, potrebbe finire tutto come un interruttore che viene spento e buonanotte ai suonatori, oppure potrebbe avverarsi la teoria del karma, ovvero potremmo reincarnarci in cose, animali, piante o persone, in un infinito “Nomi, cose e città” fatto di caso o di scelte che vengono di volta in volta premiate o punite.
Questa incertezza è, infondo, quella che muove il mondo e tutte le nostre azioni. Anche se non lo vogliamo ammettere, tutto il nostro impianto morale parte dall’assunto che comunque, in un momento che può essere ora, tra 10 anni o dopo il “Trapasso”, dovremo fare i conti con le conseguenze delle nostre azioni.
Ma mi viene da giudicare questa ultima ipotesi quella sicuramente più sicura, considerando alcuni episodi e situazioni della mia vita attuale che possono essere giustificati solo da efferati omicidi di cuccioli di foca in una vita passata.
Certo, non è rassicurante pensare che sia vera la forma rateale del karma in cui “compri oggi e paghi per sempre”, ed è per questo ho deciso di lavorare per indirizzarlo verso una condizione accettabile per le mie vite future.
In poche parole, ho dei desiderata per le mie future incarnazioni che comunico qui non solo sperando di dare a qualche forza cosmica un colpo verso la direzione che vorrei, ma soprattutto perché spero che, una volta che sarò “Nei campi Elisi”, un mio ipotetico lettore del presente o del futuro, incontrando quel dato oggetto, pianta o animale, pensi che possa essere io e lo tratti con un po’ più di riguardo, non foss’altro in memoria delle simpatiche risate che gli ho fatto fare.
Se dovessi rinascere oggetto mi piacerebbe essere una pochette (cfr http://piantatastorta.altervista.org/le-pochette-non-bastano-mai/) . Sarei utilissima sempre, piena di cose diverse, sopravvivrei ai miei possessori, viaggerei per il mondo da una borsa all’altra. Magari mi dimenticherebbero per un po’, ma poi verrei riscoperta nel caos di un cassetto, dove per altro sarei diventata amica di tutti, bottoni, penne mezze scariche, cerotti e pile. Potrei essere quasi eterna, ma avrei comunque una fine, in modo da potermi reincarnare di nuovo, magari in una bella cassettiera o in una specchiera, dove mi divertirei a guardare tutti senza essere vista.
Se rinasco pianta assolutamente glicine, per un sacco di motivi. Prima di tutto sarei infestante, ovvero una volta piantata mi allargherei senza guardare in faccia nessuno, mi attaccherei ai muri, alle grate, alle grondaie, in un costante afflato di crescita e conquista. Il mio obiettivo sarebbe arrivare oltre il confine delle mie radici, oltre i limiti che mi impone lo spazio intorno, e non mi importerebbe se mi dovessero tagliare, io continuerei a crescere, ricomincerei daccapo come se niente fosse e nel giro di mesi, massimo un anno, riprenderei sempre “tutto quello che è ‘o mio”. In più farei un sacco di fiori a grappolo e dal colore bellissimo, quindi sarei sempre oggettivamente la pianta più carina del circondario, oltre che la più grande e prepotente.
Se dovessi rinascere animale vorrei essere un Quokka. Non importa se maschio o femmina, il mio grado di carineria sarebbe tanto alto da non avere distinzione di sesso. Per chi non lo conosce, il quokka è un marsupiale tipico di alcune isole australiane. Un incrocio tra un canguro e un topo che ha la caratteristica di avere un musetto che sembra sempre sorridente. Molto socievole con gli umani, adora fare i selfie e questa è una delle motivazioni per cui ho scelto questo animale: finalmente sarei fotogenica. In più abiterei in un posto dove mi proteggono perché riconoscono la mia rarità, addirittura multano chi mi dà del pane, che non potrei mangiare perché indigesto, quindi non avrei più problemi con le tentazioni da carboidrato. Sarei munita da denti da roditore che mi permetterebbero di liberarmi agevolmente di chi mi dà fastidio con un bel morso ma soprattutto avrei il marsupio! Una borsa incorporata! E sarei pelosa senza dovermene vergognare!
Infine potrei anche rinascere un’altra persona, ma la cosa non è che mi piace poi così tanto, perché meglio di come sono ora non è che credo potrei essere… scherzavo… forse…
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