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Nata vecchia, ma non abbastanza


Io sono nata vecchia, ma non abbastanza.

Quando i miei coetanei andavano in discoteca io andavo al teatro, quando uscivano a bere una cosa io giocavo a canasta, quando si davano appuntamento per una passeggiata io passavo in libreria. Mi sentivo insieme una nerd ed un’intellettuale incompresa, e superavo la mia vecchiaia emotiva pensando che quando sarei stata vecchia veramente finalmente mi sarei adattata. E invece non è così, ho scoperto che non c’è limite a quanto si può invecchiare.

L’unica cosa che mi consola è che questo dramma non riguarda solo me, ma molti quarantenni che credono ancora di avere dodici anni e si ritrovano a comprare gli occhiali per leggere da vicino in farmacia perché gli dà l’impressione che sia un problema temporaneo, un abbassamento della vista dovuto alla stanchezza, alla disidratazione, mentre se andassero dall’oculista dovrebbero ammettere la cruda verità.

E proprio per aiutarvi ad accettare questa inevitabile condizione della vita, che alcuni addolciscono con l’idea che magari oltre agli acciacchi si accumulano anche le esperienze, ho fatto un elenco di sintomi che dovete imparare a riconoscere per iniziare ad affrontare con più serenità questo percorso verso lo sfacelo.

Iniziano a piacerti i tailleur. Purtroppo è così, quando inizi a trovare elegante e addirittura comodo mettere un completo giacca con gonna e/o pantalone c’è qualcosa di maturo che ti è sbocciato dentro. Una sorta di rassegnazione verso la tua condizione professionale che non puoi più ignorare. Stai diventando una persona seria e questa consapevolezza non può che aiutarti meglio ad affrontare il Pack.

Ti fa male il ginocchio quando cambia il tempo. La cosa assurda è che quel ginocchio, di solito, non te lo sei rotto, ma a te fa male uguale. E’ il tuo corpo che inizia a farti capire che il dolore sarà una costante del tuo futuro.

Ti appassioni al pilates. Questo è uno dei sintomi più allarmanti. Quando ti trovi in quella stanza e ti relazioni con la palla sulla quale ti arrotoli, riscopri una piacevole mobilità della colonna che non sospettavi neanche di aver mai avuto, mentre vedere persone di solito più anziane di te che fanno meno fatica ti sprona verso una vecchiaia più consapevole e attiva. Infine il brivido del pericolo, quando ti accartocci sul tubo e rischi di cadere ma non succede, rappresenta ormai il massimo dell’azione nella tua quotidianità.

Hai un rapporto morboso con la foto della patente. Cerchi in tutti i modi di rimandare il rinnovo per il terrore che ti costringano a cambiare quell’immagine sbiadita dove hai 18 anni, porti le spalline, non si vede neanche una ruga, e per gli uomini, hai ancora tutti i capelli pettinati in modo improbabile.

Hai vuoti di memoria ma non sono più legati ai doposbronza. Se prima, infatti, non ti ricordavi cosa era successo dopo il quinto cocktail, ora non ti ricordi dove hai messo le scarpe che di solito sono sul terzo ripiano della scarpiera, o se hai chiuso bene la porta di casa e dato da mangiare al gatto.

Hai visto la versione originale di film di cui fanno i remake. E’ una sensazione spinosa quando ti rendi conto che hanno rifatto Point Break e tu hai visto quello con Keanu Reeves, oppure scarrellando sul divano trovi Magnum P.I. e non vedi i baffoni di Tom Selleck ma Jay Hernandez, che per carità, sarà pure un bel figliolo ma sinceramente… ha il pizzetto. In più tu lo chiamavi telefilm ora si chiama serie…

Infine il metabolismo. E’ un tasto per me dolentissimo. C’era un tempo in cui potevi mangiare senza soluzione di continuità ciambella, pizza, gelato, cornetto, 6 panini, 3 litri di Coca-Cola, di nuovo panini e gelato, 5 cocktail, 3 pacchetti di patatine, primo, secondo, contorno e dolce e non era ancora l’una e mezza. Oggi ti tocca pesare il pane. E la chiudo qui.

Ma, come dicevo all’inizio, non dobbiamo essere del tutto negativi quando pensiamo che stiamo diventando grandi, anzi, stiamo diventando sempre più grandi, sopratutto nel girovita e nelle cosce, perché dobbiamo considerare gli aspetti positivi, che aumenta la nostra consapevolezza, la nostra capacità di relazionarci con gli altri, di dare consigli e la nostra pazienza. Quest’ultima sempre più lunga, come peli.

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