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Metodi faticosi per non fare le cose


Sarà perché è lunedì, sarà perché è Primavera, ma il mio essere sfaticata ha raggiunto livelli molto importanti. A mia discolpa dico che sono circondata da cose che non mi piace fare e da incombenze che mi opprimono come succede quando si entra nel mondo degli adulti.

Aggravata quindi da questa sensazione deprimente di non essere, ancora una volta, la vincitrice milionaria del superenalotto, inizio ad escogitare modi per non fare quello che non mi va di fare, e mi sembra carino condividere con voi alcuni metodi collaudati. Vi segnalo però che la maggior parte dei metodi è legata alla menzogna, sia verso gli altri che verso se stessi, quindi se avete una coscienza sensibile non proseguite nella lettura, perché per sopravvivere in questo mondo brutto bisogna essere brutte persone.

Partire per un viaggio senza ritorno rimanendo invece a casa propria. E’ un grande classico, dire a tutti che si fa un viaggio che ci impedisce di finire una cosa, e invece chiudersi a casa a guardare serie tv. Oggi poi siamo aiutati tantissimo dai Social Media: basta postare foto farlocche per avvalorare la bugia del viaggio e ingenerare anche una sana invidia in chi guarda così da ottimizzare e ottenere con una sola bugia due risultati importanti.

Abbandonare in luoghi inaccessibili i materiali che ci servono per fare il lavoro. Non dico buttarli da una scogliera, ma anche lasciarli distrattamente su una panchina al parco prima di un acquazzone, oppure sul sedile di un autobus, se si ha la fortuna di potersi sedere. Ma è efficace anche nasconderli nel frigo dietro lo yogurt, che compri pensando di metterti a dieta e che lasci a morire tra gli affettati perché tanto “scade tra tre mesi”, salvo poi decidere di mangiarlo due giorni dopo la scadenza perché diventa peccato non consumarlo.

In ufficio, vestirsi dello stesso colore delle pareti e mimetizzarsi. Quando non si può buttare il materiale e si è fisicamente incastrati sul luogo di lavoro, uno dei modi più efficaci per evitare di fare cose che non si vuole fare è l’operazione camaleonte. E’ anche un metodo che si applica per non parlare coi colleghi rompipalle o evitare di ricevere gli incarichi sgraditi. Basta vestirsi dello stesso colore di pareti e mobili e rimanere immobili aspettando che gli altri si dimentichino di voi e di quello che dovevate fare.

Nascondere le cose in un cassetto sperando di non doverlo più riaprire. Mi direte che è come abbandonarle, ma io lo ritengo un metodo più sottile, perché il cassetto in realtà è di solito in un mobile a portata di mano, quindi le probabilità di trovare i documenti aumenta e l’abilità a trovare scuse per non aprirlo implica una marcia in più.

Scrivere le cose da fare sul retro della lista della spesa. Questa attività permette di lasciare la lista delle incombenze sgradite sul tavolo della cucina a tempo indeterminato, perché sappiamo tutti che la lista della spesa viene sempre compilata nel momento sbagliato e mai portata quando si va al supermercato. Con un po’ di fortuna potrebbe anche perdersi in macchina o nella borsa, altri luoghi che nascondono con successo gli oggetti.

Smettere di rispondere a tutti e improvvisare una crisi psicotica. E’ un altro grande classico che si applica anche a altre necessità professionali, come la copertura di un errore o la necessità di solitudine. Per questa versatilità io la consiglio sempre, garantisce infatti effetti di durata più lunga rispetto all’Operazione Camaleonte, a volte questi episodi vengono ricordati per anni e permettono di costruire una fama di terrore intorno alla persona, che lo libera da socialità e da incarichi futuri che potrebbero riscatenarla.

Fingersi morta. Funziona anche quando non vuoi incontrare una persona per strada, e anche se per i superstiziosi potrebbe essere un po’ troppo, ritengo che, a conti fatti, sia la soluzione che meglio risponde ad un equilibrio tra costi e benefici. Quando ti fingi morto infatti non hai più responsabilità di niente, se la devono vedere gli altri su tutto e proprio perché sei morto neanche ti danno la colpa più di tanto perché poverino, mica volevi morire. L’importante, con questa tecnica, è non farsi beccare, perché di solito non la prendono molto bene quando si accorgono che li hai presi così per il naso.

E dopo che ho riflettuto su questi metodi con voi, mi rendo conto che anche la mia svogliatezza oggi è impegnativa, mi sono stancata troppo, quindi credo che non ne applicherò neanche uno: troppa fatica.

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