Ventrone mi piace per la meraviglia che regala. Le sue sono immagini che chiedono di essere toccate con lo sguardo e di essere gustate col pensiero.
La prima sorpresa nasce dalla stupefacente bravura tecnica: un olio su tela che sembra una foto, dove le composizioni vivono grazie ad oggetti lucidi e perfetti, la seconda invece dal passaggio di questi oltre la realtà del sensibile.
Il pittore ci regala una visione iper-realista in cui, grazie all’immobile fissità del momento rappresentato, in questo quadro intitolato “Stati d’animo” la frutta nel cesto non rappresenta una frutta qualsiasi e reale, ma l’idea di frutta, mentre la composizione dal richiamo barocco esprime appunto la volontà costante di stupire, di porre lo spettatore davanti ad una perfezione impossibile e per questo irreale.
I suoi quadri contengono insieme il massimo della bravura estetica ed un messaggio di universalità che contiene essenza e sostanza, in un dialogo muto tra visione e concetto.
In un mondo in cui l’arte contemporanea nasconde messaggi, interpretazioni spesso improbabili o semplicemente mancanze schiette di significato, incontrare un quadro di Luciano Ventrone è come ritrovare, senza averlo previsto, il valore di una realtà possibile.
Come in un sogno lucido, sentiamo le cose oltre la pelle e ci scopriamo ad assaporare la possibilità di capire l’essenza delle cose. Ma è appunto un sogno, che ci sorprende all’improvviso e ci lascia una sensazione che sfuma man mano che ci allontaniamo dal risveglio lasciando solo un’impressione.
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