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Eppure ne valeva la pena… “L’incontro sulle scale” di Frederich William Burt


Il pittore inglese Frederick William Burton realizza nella seconda metà dell’Ottocento questo quadro ispirato ad una ballata del periodo medievale, dove cavalieri e damigelle sono i protagonisti di storie tormentate e dal finale tragico. In questo caso la principessa si innamora dell’uomo sbagliato, la sua guardia del corpo, ed il loro sentimento sarà destinato a portarli alla morte.

Il quadro nasce in un ambiente raffinato, culturalmente legato ai Preraffaelliti in cui la pittura si mette al servizio della poesia, e ruota intorno ad una composizione stretta, mentre una luce pulita sfiora i vestiti rappresentati con tecnica precisa e teatrale.

L’attimo dipinto è un attimo rubato, l’incontro fugace sulle scale della torretta, dove la mancanza di spazio permette ai corpi di sfiorarsi, alle braccia di incontrarsi, dove la chimica dell’amore esce allo scoperto in un brivido silenzioso.

Gli innamorati non si guardano, chiudono gli occhi per sentire ancora meglio il contatto che gli è negato e imprimerselo nella memoria, per parlarsi attraverso l’incontro rapido e nascosto, e abbandonarsi a quell’irresistibile attrazione che non ha motivo, che non ha ragione, anzi, che sanno sarà la loro rovina. Ma non gli importa.

E lui la trattiene piano, abbracciando il braccio, assaporando il suo odore, trovando quello che cerca, quello che gli basta, in quella stoffa.

Un’immagine struggente non solo se si conosce il finale della storia, in cui lui combatte per amarla e alla fine si fa uccidere per lei, lei muore perché non ha senso vivere senza di lui, ma anche per la bellezza e la forza dell’istante.

Frederick William Burton ci regala l’emozione dell’amore disperato perché sbagliato, ma anche di quello più dolce, più intenso e agognato, quello che spezza il respiro, ma fa battere il cuore, e rende la vita un alito caldo che va vissuto fino in fondo. Quello per cui, alla fine, sappiamo che ne era valsa la pena.

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