Un altro delitto ambientato su un’isola, ma non claustrofobico come “Dieci piccoli indiani”, anzi, vivace e vacanziero come sono tutti i romanzi dove Poirot è in ferie e si trova un cadavere tra i piedi. L’ambientazione è in un albergo situato su un’isola della costa inglese rinomata come luogo di villeggiatura estivo, qui il tempo è scandito da bagni di mare, bagni di sole e pettegolezzi.
Per questo una mangiatrice di uomini che non si fa scrupolo di amoreggiare davanti al marito e alla figliastra con un bel giovane, anche lui sposato, diventa l’oggetto principale dell’attenzione di tutti gli altri e pure la vittima dell’omicidio.
In questo clima estivo, dove il mare è placido ed invita solo a bagnarsi, Poirot districa la matassa complicata di un omicidio in cui i principali sospetti sono quelli con gli alibi migliori.
Ritornano in questo romanzo tutti i personaggi classici dei romanzi di Agatha, dalla femme fatale che paga l’attenzione di tutti con la vita, alla donna matura che non vuole essere più zitella, al sacerdote non tanto santo, alla coppia di giovani in crisi.
Forse sono stata influenzata dal film con Peter Ustinov, ambientato in un’isola greca per dare ancora più enfasi al tema esotico, ma non l’ho letto con facilità e non sono stata troppo soddisfatta neanche della fine, anche se il nostro piccolo belga ci mostra come sia facile interpretare male proprio le cose che ci sembrano più semplici e sicure.
Da leggere in un fine settimana di primavera aspettando di poter andare al mare.
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