Oggi il mio blog festeggia un anno. Ed è un traguardo perché non credevo di riuscire a scrivere 88 articoli (compreso questo) e ad avere qualcuno che li leggesse che non sa neanche che faccia ho. E’ stato un anno in cui ho avuto una casa nuova e nuovi amici, qualche calcetto in faccia e qualche bella soddisfazione come quella di poter ringraziare voi che mi concedete qualche minuto del vostro preziosissimo tempo. Dopo questa breve sviolinata, che mi sembrava doverosa ma che non fa parte dei miei modi, rudi e spicci, voglio concedermi un momento di riflessione sul tema del giorno: il compleanno.
Per alcuni si nasce nel momento del concepimento, per altri quando si ha coscienza di sé, quindi verso i tre anni, per altri ancora quando si vede la luce e si urla per la prima volta che si vuole ritornare nel grembo materno perché effettivamente nella pancia della mamma si stava una bomba.
Io penso che non sia importante quando, ma che l’importante sia esserci e che ogni scusa sarà sempre buona per festeggiare.
Ma ci sono alcuni, causa l’annoso tema “vecchiaia che avanza” per cui il compleanno è come le mezze stagioni ovvero non esiste più, mentre altri, più ottimisti, lo vedono come il Capodanno, momento di riflessione sulla propria vita e scusa per ubriacarsi fino a perdere i sensi.
Assodato che bisogna festeggiarlo, decidere come è un’altra questione che richiede sempre ampia riflessione.
La festa va bene quando si è ragazzi, quando si hanno grupponi di amici, si vuole solo bere, trovare una scusa per cacciare i genitori di casa e riuscire a rimorchiare finalmente chi si è puntato da mesi ma non si è avuto il coraggio di avvicinare.
Quando si arriva agli “enta” aumenta il numero delle feste a sorpresa, ovvero sono gli altri che vogliono festeggiare con te e ricordarti che hai ancora qualche possibilità, che bere è ancora uno dei modi per divertirsi e magari ci sarà qualche persona nuova e carina da presentarti.
Con gli “anta” si va al ristorante, o comunque cena a casa. La prospettiva si sposta dal bere al mangiare e la qualità del cibo diventa fondamentale mentre si introduce anche il tema “relazioni professionali”, ovvero a volte non si invitano solo gli amici ma anche colleghi o persone che sono legate al lavoro e si perde la spontaneità del gioco della bottiglia e dei gavettoni con le coppette della macedonia.
Le candeline sulla torta di solito si riducono con l’avanzare dell’età, più aumentano gli anni e meno diventano, si trasformano in numeri o in sottili cannucce di cera che fanno comunque una luce eccessiva ed indicano solo vagamente quanti inverni sono stati brillantemente superati.
Ma la parte più bella, la parte che veramente rende il genetliaco degno di essere festeggiato, secondo me sono i regali. Quelli che dicono che non amano i regali mentono, non può esistere nessuno al mondo che non ami essere ricordato da qualcun altro.
La scusa spesso è che hanno gusti difficili e raramente gli piace l’oggetto donato. Magari si imbarazzano perché sono timidi o sono tirchi e pensano che ricevere un regalo li metta nelle condizioni di doverlo poi ricambiare. A queste persone suggerisco di applicare la tecnica di chi i regali li ama sempre: basta solo scaricare il dono che non piace ad altri o dimenticarlo in un angolo dell’armadio oppure compilare una lista dei desideri, una sorta di lista di nozze applicata al compleanno, in cui candidamente si dice ciò che si vuole.
Per finire gli auguri, la parte più semplice da quando c’è Facebook, che ti ricorda in automatico il compleanno, sempre che l’amico abbia inserito la data di nascita giusta. Qualcuno infatti lo usa come filtro/trabocchetto per valutare la genuinità dell’amicizia, ovvero cancella chi gli fa gli auguri nella data segnalata dal Social Network e non nella data vera perché non lo conosce tanto bene. Da quando ho saputo questa cosa mi sincero sempre prima sulla data vera del compleanno, a scanso di cattive figure, e lo consiglio pure a voi!
N.B. Ok, ora parliamo di cose serie: dove sono i vostri regali?
N.B.B. Grazie a Chiara che mi regala sempre delle immagini fighissime.
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