Nel suo terzo romanzo datato 1923 Agatha va in Francia, e precisamente in Costa Azzurra. Sullo sfondo di un mare estivo, Poirot viene invitato a risolvere un caso ingarbugliato dove si fondono passione, denaro e vecchi delitti mentre si trova ad avere un antagonista nell’arrogante e iperattivo ispettore Giraud, della polizia francese, con il quale non mancano scaramucce e ripicche. Naturalmente la voce narrante è il fido Hastings, ora con un bell’impiego al Ministero, che rispetto al suo primo incontro con Poirot diventa meno arrogante, ma rimane sempre romanico e pasticcione.
La Francia non viene descritta in modo particolare,anche se si vuole dare un tono solare e vacanziero che solo in alcuni punti si riesce a percepire. Tutto è concentrato sulla villa che potrebbe essere anche una casa di campagna inglese, mentre l’intrigo ruota intorno alle complicate intenzioni ed identità dei personaggi femminili, madri, figlie, sconosciute, e alle passioni, dall’amore all’odio, che si fondono e confondono costantemente. Figli che amano i genitori ma che potrebbero anche odiarli, mariti che potrebbero essere infedeli mentre dichiarano assoluta devozione, misteriose donne che appaiono e scompaiono e cappotti che non sono lunghi come dovrebbero.
La storia sembra un complicato mazzo di fiori che Poirot è chiamato a riordinare, con il suo metodo e la calma perfetta del ragionamento, mentre Hastings si affanna a correre dietro ai petali che volano, inconsciamente deciso ad innamorarsi a tutti i costi per restituire a tutta la storia la leggerezza di una vacanza estiva.
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